NewsAcido folico: cos’è e quando integrarlo

15 Dicembre 2021

Si sente spesso parlare di acido folico eppure in pochi sanno di cosa effettivamente si tratti e quanto sia importante per mantenere in salute l’organismo. Soprattutto quello delle donne incinte e dei loro futuri bambini.

L’acido folico è una vitamina, nota anche come B9, che non viene prodotta dall’organismo e che dunque deve essere necessariamente integrata attraverso l’alimentazione o in forma di compresse. Essendo una vitamina idrosolubile, si distrugge e disperde a contatto con l’acqua e con il calore eccessivo: una volta nell’organismo, viene assorbita dall’intestino e accumulata nel fegato, per poi essere espulsa tramite feci e urine.

L’importanza dell’acido folico

Assumere acido folico significa prendersi cura della propria salute. È infatti da questa vitamina che dipendono la proliferazione cellulare e il metabolismo di amminoacidi e soprattutto nucleotidi, che sono una componente essenziale del DNA e di tutte quelle informazioni genetiche che quest’ultimo porta con sé.

L’acido folico contribuisce poi alla creazione dell’emoglobina, alla prevenzione di alcune tipologie di tumori (soprattutto al seno, al pancreas e allo stomaco) e di patologie neurologiche e cardiovascolari, come ad esempio infarti e Alzheimer. Si è accertato in particolare che l’assunzione di acido folico nei soggetti più anziani incrementi le loro capacità cognitive.

Questa fondamentale vitamina ha poi la capacità di trasformare il triptofano nel cosiddetto “ormone del buonumore” cioè la serotonina, dalla quale dipende anche il ciclo del sonno, riducendo nello stesso tempo l’amminoacido triptofano, che di solito interferisce con la produzione della stessa serotonina.

L’acido folico è fondamentale poi nelle donne in gravidanza: in questo periodo infatti le riserve di questa vitamine si rivelano insufficienti per la madre e il bambino ed è quindi importante integrarlo. Non solo infatti si evitano aborti spontanei, ma si riduce l’insorgenza di malformazioni del feto del 70%: una carenza di acido folico può infatti causare il distacco della placenta, uno sviluppo cerebrale carente e la comparsa della spina bifida.

Quando integrare l’acido folico

Sono molte le cause che possono portare a una carenza, lieve o importante, di acido folico. Ad esempio l’abuso di alcol, l’assunzione di medicinali che impediscono il suo assorbimento, la gravidanza, patologie come celiachia, diabete mellito e morbo di Crohn.

Quando la mancanza di acido folico è lieve i sintomi sono appena percettibili, con al massimo qualche episodio di stipsi o diarrea, di irritazione cutanea, calo ponderale, astenia, formicolio e intorpidimento agli arti. Nei casi di grave carenza invece si possono rischiare anemia (compresa quella megaloblastica), difficoltà respiratorie e problemi al sistema nervoso centrale (compresa la demenza).

È dunque importante integrare acido folico nella quantità giornaliera consigliata che è pari a 0,2 mg, da raddoppiare nelle donne incinte. Un ottimo metodo è quello di adottare un’alimentazione sana ed equilibrata a base di cibi ricchi di folati (ovvero la semplice vitamina B9 ossidata). Via libera dunque alle verdure a foglia verde come carciofi, broccoli, cavoli, spinaci, lattuga e asparagi. Sono ricchi di acido folico anche frutta (in particolare kiwi, fragole e arance), limoni, pomodori, patate, frutta secca (soprattutto arachidi, nocciole e noci), latte, legumi e soprattutto il fegato del pollo e le relative frattaglie.

Si ricordi però che, essendo l’acido folico una vitamina idrosolubile, è meglio consumare questi alimenti, ove sia possibile, crudi, per non disperdere tutte le sue proprietà.

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