NewsCarenza di calcio: come si manifesta e cosa fare

30 Settembre 2021

Troppo spesso si trascura una sana alimentazione a vantaggio dei cibi di cui si è più golosi. Un buon bilanciamento di tutti i nutrienti, invece, è fondamentale per la buona salute dell’organismo.

Oltre al giusto equilibrio dei macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine), non bisogna tralasciare i cibi ricchi di vitamine e sali minerali. Tra questi, il calcio svolge un ruolo cruciale perché senza di esso l’organismo andrebbe verso la demineralizzazione, con tutte le conseguenze negative che ne deriverebbero.

Sintomi e cause della carenza di calcio

L’organismo, per trovarsi in uno stato di salute ottimale, deve avere un PH alcalino. Ciò significa che nel sangue devo esserci quei sali minerali come il calcio, ma anche il sodio, lo zolfo, il silicio, il potassio, il ferro e il magnesio.

Se l’organismo non riceve il giusto apporto di calcio, per evitare di andare in acidosi (cioè quando il PH nel sangue scende sotto il livello ottimale di 7), saccheggia le riserve di calcio naturalmente presenti nell’organismo. Queste riserve si trovano in ossa, denti, tessuto muscolare e plasma. Si verifica così la cosiddetta demineralizzazione. I sintomi di questo dannoso processo sono piuttosto chiari: la pelle appare molto secca, unghie e capelli diventano più fragili e tendono a cadere più copiosamente del normale.

In questo stato si accusano poi crampi, dolori muscolari e ossei, intorpidimenti e pizzicore alle estremità delle dita.

Altri sintomi sono mancanza di appetito, tachicardia, insonnia e cattivo funzionamento dei reni e del fegato. A lungo andare si rischia di incorrere in episodi di convulsioni, osteopenia e, nei casi più gravi e avanzati, osteoporosi. La mancanza di calcio può causare anche importanti squilibri tiroidei, con conseguenze sullo sviluppo psico-fisico, sul corretto funzionamento dell’attività cardiaca e sul metabolismo.

Carenza di calcio: cosa fare

La dose giornaliera di calcio consigliata agli adulti varia dagli 800 mg ai 1000 mg. Il fabbisogno cambia a seconda del sesso, dell’età e della presenza di eventuali patologie. Ad esempio, gli adolescenti, essendo in fase di sviluppo, dovrebbero assumere almeno 1200 mg di calcio al giorno, mentre per i neonati sono sufficienti 500 mg.

Oltre ad assumere integratori di calcio, basta una buona educazione a tavola per fornire al corpo la giusta dose di calcio. Un ruolo importante hanno il latte, soprattutto quello scremato, e i suoi derivati, dallo yogurt ai formaggi stagionati come il parmigiano. I latticini freschi apportano calcio, ma anche grassi e colesterolo, quindi è meglio non abusarne. I soggetti allergici o intolleranti al lattosio possono ovviare con il latte di soia e il tofu.

Via libera poi alla frutta secca, meno calorica di quella fresca, e alle verdure come spinaci, broccoli, barbabietole, cardi, carciofi, rucola, cime di rapa e broccoletti.

Sono ricchissimi di calcio il pesce azzurro, alcuni crostacei e i molluschi. Bene, dunque, le sardine, le alici, lo sgombro, il salmone, i gamberi, i calamari, le vongole e le cozze. A proposito di mondo ittico, non si può non citare l’alga Kombu, considerata una vera miniera di calcio. Può essere consumata sia essiccata che fresca.

Per combattere la demineralizzazione è importante assumere olio evo, spezie ed erbe aromatiche (soprattutto basilico, timo, menta, rosmarino e pepe) e legumi.

Da non sottovalutare infine l’importanza del sole. Basta esporsi un quarto d’ora al sole per un paio di volte a settimana per fare il pieno di vitamina D e favorire l’assorbimento ottimale del calcio.

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